E’ il 18 giugno del 2018.
Mi trovo seduto nell’atelier di Francesco Caliendo, a Napoli. Mi guardo attorno e comprendo che sono nel posto giusto.
Caliendo è artista dal tratto unico, espressionista che sa cogliere la verità di quello che lo circonda, materico, emotivo, colorato.
Come si definisce lui stesso è “un testimone del tempo presente”. Provo un senso di serenità mentre mi guardo attorno.
Lo incontro e inizia quel dialogo che ci porterà lontano dentro una sincera e disinteressata amicizia.
Parliamo di noi; la sua pittura e la mia poesia dialogano con una potenza inaspettata. A tratti diventano essenza unica e indistinta.
Ogni volta che ci incontriamo nasce qualcosa dove la bellezza e la sincronicità prendono il sopravvento e diventano qualcosa di indefinibile, di non descrivibile a parole.
E’ ’esserci, l’essere presenti, con gli sguardi e tutta l’area umana del non verbale, della sensibilità e della complicità.
E pittura e poesia sono solo da guardare stupiti, in silenzio; e respirare tutte le emozioni che fluiscono dai colori, dalle parole.